L’ANC ha depositato il ricorso presso il TAR del Lazio contro il CNDCEC per l’annullamento della delibera di approvazione del nuovo Codice deontologico. L’Associazione contesta le forti limitazioni che il nuovo codice impone in termini di comunicazione con la potenziale clientela, la riduzione della libertà di critica e l’eccessivo arbitrio consegnato ai Consigli di disciplina, l’illegittima ingerenza del Consiglio Nazionale nella libertà degli iscritti di determinare i compensi per la propria clientela non soggetta all’equo compenso, in assenza di limiti stabiliti dalla legge.

Un atto dovuto nei confronti della categoria: così Marco Cuchel, presidente dell’ANC, descrive il ricorso depositato presso il TAR del Lazio contro il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili per l’annullamento della delibera di approvazione del nuovo Codice deontologico.

Il Codice contiene, prosegue Cuchel, “criticità che non possono essere ignorate, poiché rischiano di compromettere seriamente l’attività di tutti gli iscritti, oltre a minare i principi fondativi della nostra professione”.

Nel ricorso l’Associazione ha denunciato:

– le forti limitazioni che il nuovo Codice impone in termini di comunicazione con la potenziale clientela, già disciplinata da norme di natura superiore;

– la riduzione della libertà di critica e l’eccessivo arbitrio consegnato ai Consigli di disciplina, nel ravvisare comportamenti lesivi e ricondurli alla violazione delle norme;

– l’illegittima ingerenza del Consiglio Nazionale nella libertà degli iscritti di determinare i compensi per la propria clientela non soggetta all’equo compenso, in assenza di limiti stabiliti dalla legge.

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ANC, comunicato stampa 29/04/2024

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